Sono nati…sono tanti! A marzo le rane dalmatine hanno deposto molte ovature nell’invaso realizzato nel Parco della Biodiversità, afferente al Resort Lino delle fate. Ogni femmina, una volta l’anno, concentra il suo sforzo riproduttivo in un unico ammasso gelatinoso, contenente tra le 600 e le 2000 uova, rilasciato in acque prive di corrente e ben soleggiate.
Il nuovo corpo idrico, che ha sostituito gli appezzamenti agricoli prima destinati alle coltivazioni intensive, è dunque divenuto un habitat riproduttivo ottimale per questa specie, in declino nella nostra pianura a seguito della sparizione di ambienti boschivi, cespugliati e prativi corredati da un ricco reticolo idrico superficiale, stagni e acque lente in genere.
Si tratta infatti di un anuro legato all’acqua principalmente nella fase riproduttiva, e che passa poi il resto dell’anno sulla terraferma, in prati, arbusteti, boschi aperti o al margine di quelli più fitti.
Attualmente, come altri anfibi, la specie è inoltre minacciata dall’ingresso di organismi esotici, importati volontariamente o involontariamente dall’Uomo.
Nel Parco della Biodiversità, a ridosso del Resort Lino delle Fate, la specie sembra aver trovato una vera e propria oasi: acque ferme ricche di vegetazione acquatica, affiancate dal nuovo prato umido, che ha colonizzato le superfici meno profonde dell’invaso, ottimo per giovani e adulti, al pari delle limitrofe superfici dunali coperte da vegetazione arborea e arbustiva.
La realizzazione del Resort non sembra dunque aver disturbato le rane, che a fine inverno hanno raggiunto l’invaso e hanno dato luogo al consueto momento della fase riproduttiva annuale di questi anfibi.
E dalle tante ovature sono nati migliaia e migliaia di girini! Ben visibili ovunque e fine maggio, presenti in diversi stadi di sviluppo, con una porzione della popolazione già dotata dei primi segni della metamorfosi in atto, che si evincono nella comparsa delle zampette posteriori.
Aspettiamo solo di veder zampettare le tante simpatiche “ranette”, frutto dell’imminente conclusione della metamorfosi che porterà i girini ad assumere le sembianze definitive degli adulti e che consentirà a questi minuscoli animali (i “neometamorfosati” sono lunghi poco più di 1 cm) di lasciare l’acqua per disperdersi nei prati e nelle superfici boscate del Parco.
Buona fortuna girini!!
Michele Pegorer, Dottore Naturalista
Incaricato alla realizzazione dei Monitoraggi Faunistici nel Parco della Biodiversità.
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